Amadeus: "Ecco perchè tifo l'Inter"

La redazione de L'Interista ha avuto un ospite d'eccezione: il conduttore e presentatore televisivo Amadeus, grande tifoso interista.
L’Inter è la sua squadra del cuore. Quali ricordi la legano maggiormente ai nerazzurri?
“L’Inter è la squadra che tifo da quando sono bambino. Me l’ha fatta amare la mia Zia Enza, che mi portava al Bentegodi – all’epoca abitavo a Verona – per vedere una grande Inter. Ho visto giocare Facchetti e Mazzola, quindi era un’Inter che mi affascinava fin da piccolino. Ho trasmesso questa passione ovviamente a mio figlio portandolo allo stadio, il luogo sempre ideale per trasmettere la passione ai figli perché si tratta di qualcosa di diverso rispetto alla televisione. È il luogo dove la partita ha un sapore diverso, a San Siro sono stato tantissime volte con la mia famiglia, i miei amici. Ho vissuto tante vittorie, anche tante delusioni, ci sono i momenti bellissimi e quelli bruttissimi. È chiaro che per me il Triplete è stato uno di quelli in assoluto più belli, che non dimenticherò mai. Purtroppo, non ero a Milano - mi trovavo a Roma per lavoro - quindi ho dovuto viverlo a distanza, però fa parte di quelle gioie che sono indimenticabili. Per quanto riguarda San Siro, sono sempre dell'idea che bisogna andare avanti: si pensi a quanto accade in Inghilterra o in Spagna, con le grandi società che possono disporre di stadi nuovi, moderni, con ristoranti, hotel. Non possiamo avere gli impianti più vecchi d'Europa: lo stadio deve essere di proprietà, deve essere la casa di una squadra”.
Quindi la sua visione è di poter rispettare il passato abbracciando al contempo il futuro…
“Io non appartengo alla categoria di quelli che si affezionano a una struttura. Mi affeziono, piuttosto, a una società, sono dell'idea che la struttura debba andare pari passo con la società. Quindi avere uno stadio di proprietà, uno stadio proprio, una casa propria è un beneficio per i tifosi e per la squadra. Quando San Siro non ci sarà più, io mi auguro che ne tengano una parte, come si fa in Inghilterra. Spero che ne conservino una parte, come grande ricordo, e che il nuovo stadio sia bello e che possa accogliere ancora molte vittorie. Io appartengo a quelli che non vedono in San Siro qualcosa che non si deve toccare. Per me bisogna andare avanti”.
