Roberto Bordin: "Il Cagliari a Pisacane è un bene per il movimento calcistico italiano"

L’ex calciatore – attualmente allenatore – Roberto Bordin, intervistato da Tuttocagliari.net, inquadra il campionato che dovrà fare il nuovo Cagliari guidato in panchina dal neo tecnico Fabio Pisacane.
Roberto, partiamo dalla guida tecnica: cosa può e deve aspettarsi il Cagliari dall’esordiente Pisacane, alla sua prima esperienza da allenatore in serie A?
“Intanto un esordiente deve essere giudicato per le sue capacità e per le sue competenze.
Non certo per la sua giovane età. Tanti allenatori sono passati, con successo, dalla Primavera alla prima squadra. Non credo proprio che il Cagliari abbia preso la decisione di affidare la panchina a Pisacane così su due piedi, in maniera avventata. Il tecnico napoletano è stato studiato, conosciuto ed esaminato nel percorso che ha compiuto all’interno del settore giovanile. Si è dunque trattato di una scelta maturata negli anni. Evidentemente le idee tattiche che ha fin qui mostrato di avere si sono rivelate valide. D’altra parte Cristian Chivu, approdato all’Inter, ha accumulato giusto qualche mese in più di esperienza in serie A ed è stato ingaggiato per allenare un top club. Stessa cosa per Simone Inzaghi quando venne scelto dalla Lazio. Io personalmente sono contento che la dirigenza sarda abbia optato per questa soluzione, che fa bene non solo al Cagliari ma a tutto il movimento calcistico italiano.”
Secondo lei l’età di Pisacane potrebbe rappresentare un vantaggio nella gestione dei rapporti coi numerosi giovani presenti in organico che, come lui, provengono alla Primavera rossoblù?
“Non saprei. Anche perché Fabio deve completamente dimenticarsi di essere stato l’allenatore della Primavera: d’ora in avanti si rapporterà con giocatori diversi, ormai già uomini. Il tecnico deve costruire un buon rapporto con tutti gli elementi che compongono la rosa, a prescindere dalla loro età, ma preservando sempre il distacco che il suo ruolo gli impone.”
A suo parere che Cagliari vedremo nel campionato ormai ai nastri di partenza? L’anno scorso l’undici isolano si è salvato e ha dunque raggiunto il suo obiettivo di inizio stagione, ma sudando le proverbiali sette camicie ed esprimendo un calcio rinunciatario e tutt’altro che divertente.
“Fai molta fatica a vincere e convincere. Io penso che l’obiettivo principale dei rossoblù sia quello di ottenere la salvezza, esattamente come è accaduto l’anno scorso. Sarà normale alternare prestazioni buone ad altre meno convincenti. Giocare bene è certamente importante, mettendo in pratica le idee dell’allenatore. E l’allenatore deve credere fino in fondo nella propria filosofia. Ma quello che conta maggiormente è tagliare il traguardo alla fine della stagione, tanto per lo staff tecnico quanto per la stessa società.”
