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La Juve oltre la crisi: vince e convince contro lo Zenit. 4-2 e ottavi Champions in tasca

La Juve oltre la crisi: vince e convince contro lo Zenit. 4-2 e ottavi Champions in tascaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 2 novembre 2021, 22:48Serie A
di Marco Conterio
fonte dall'inviato di TMW a Torino
Juventus-Zenit 4-2

La Juventus risponde presente. Per come affronta, per come vince, per come esulta, per come passa agli ottavi Champions a punteggio pieno con quattro vittorie su quattro, stavolta 4-2 contro lo Zenit. Ma anche per le lacrime di Morata che viene travolto dall'affetto dei compagni dopo il quarto gol bianconero. Per come sfida la crisi, per come raccoglie l'abbraccio di uno Stadium che vuol far da culla e da psicologo. Un grido a decibel altissimi a ogni recupero, a ogni azione, sicché diventa tutto un circolo virtuoso che migliora tutti e fa dimenticare i recenti nefasti di campionato. I tamburi suonano sempre più forte: nei primi dieci Bernardeschi spara su Kritsyuk, poi Dybala prende il palo ma all'undicesimo la Joya segna di mancino. Le ugole dei tifosi son sottoposte al massimo sforzo, perché la rete suona come una liberazione. Dybala supera Platini nei marcatori, eguaglia Charles e con l'esultanza omaggia Le Roi, mano sotto la testa mentre è sdraiato sul fianco. Solo che in certi momenti la sfortuna regna sovrana e s'abbatte villana: al ventiseiesimo Karavaev spinge sulla fascia, incrocia e tira. Bonucci ci mette la testa, solo che lo fa con la direzione sbagliata e la parabola non può che diventare una coltellata al fianco scoperto di Szczesny.

Un rigore fiscale
Questione d'orgoglio ferito, però la reazione arriva dopo dieci minuti con la Vecchia Signora che deambula in cerca d'identità. Eppur si muove, ma dopo l'autorete sembrava spenta e finita. Nel primo tempo rialza la testa ma non segna, nella ripresa Allegri non cambia perché ha capito che l'orchestra è quella giusta per il suo spartito. Chiesa al cinquantatreesimo conquista un rigore sacrosanto, Dybala va dal dischetto e tira fuori. Lo spagnolo Hernandez si dimostra però tra i più fiscali del reame e, con due giocatori dello Zenit in area, fa ribattere il penalty. Per chiarire: a norma di regolamento la decisione è corretta ma la consuetudine è che così fan tutti. La Juventus ringrazia, la Joya va ancora sul dischetto e stavolta, sembra sulla sua destra, fa due a zero.

Solo Juventus
Chiesa è rossiniano, la sua gara è un crescendo. Conquista un rigore e poi fa pure il terzo, al 74', con un diagonale straordinario. La Juventus di Champions c'è, pur in una gara contro un'avversaria che in campionato non sarebbe di quelle di prima fascia. Poco prima pure uno degli uomini più in forma come McKennie sfodera un coast to coast che potrebbe restare negli annali, non fosse per l'infingarda traversa che prende in pieno. Il problema, semmai, è tutto col 9 sulle spalle. Perché se Dybala gioca da Re, se la difesa tiene al netto di una deviazione sfortunata, se Chiesa è l'aereo su cui decollano rapidi e fulminei i sogni della Juventus, Morata non gira. Però ci sono degli istanti in cui tutto poi si capovolge. Perché è testardo, caparbio, e insiste finché la palla del gol non la raggiunge all'ultimo soffio, all'ultimo tuffo, in scivolata. Tra le lacrime. Coi compagni che lo abbracciano. Il gol finale di Azmoun non cambia nulla. E' una notte di sereno, in Champions. Da squadra vera.

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