Parla Verre dopo la risoluzione col Palermo: "Saluto i tifosi, sono pronto a ripartire"
Valerio Verre non ha alcuna intenzione di appendere gli scarpini al chiodo. Sei giorni dopo la risoluzione del contratto col Palermo, il centrocampista classe '94 smentisce tramite TMW l'ipotesi di voler mettere fine alla sua carriera da calciatore: "Mi sono sempre allenato in questi mesi, in campo e in palestra. E sto continuando a farlo adesso che non sono sotto contratto col club rosanero. Per ora continuo a vivere e ad allenarmi a Palermo, in attesa della chiamata giusta".
Cresciuto nelle giovanili della Roma, in giro per l'Italia dal 2012, Verre ha concluso da pochi giorni la sua terza avventura rosanero. Già in estate c'erano stati dei problemi col club, a un certo punto gli fu impedito l'ingresso nel centro sportivo. Ma lui alla domanda sulla società siciliana, sull'allenatore e su tutto l'accaduto di questi mesi preferisce non parlare. Si eclissa dietro un no comment: "In questo momento - ha detto - non voglio parlare di tutto ciò che è successo. Però mi sento di mandare un grosso abbraccio a tutti i tifosi rosanero, auguro loro tutto il meglio. Sono stato a Palermo tre volte nel corso della mia carriera e mi sono sempre stati vicini". Ed effettivamente, a leggere i social in questi giorni, sono tantissimi i tifosi che si chiedono perché la società l'abbia lasciato andare. Perché un Palermo reduce da tre sconfitte nelle ultime quattro giornate non abbia puntato su di lui per questa stagione.
Che tipo di avventura cerchi?
"Non mi precludo nulla, sono pronto a raccogliere tutte le sfide che mi si presenteranno. Dal 3 gennaio posso firmare con una nuova società, ma se trovo un accordo e posso iniziare ad allenarmi da prima con una nuova squadra anche meglio".
Cosa pensi di questo campionato di Serie B? Quali sono le tue favorite?
"In Serie B non conta quanto spendi, ma la fame che metti in campo e quest'anno quella fame la vedo nel Modena che sta andando alla grande. Monza e Palermo sono le grandi favorite, ma non dimentico il Venezia che ha un grande allenatore. Anche il Cesena sta facendo bene, mi piace molto come gioca il Frosinone e anche lì c'è un tecnico molto bravo".
Un'altra squadra in cui hai trascorso tanti anni è in fondo alla classifica. Ti aspettavi una Samp così in crisi?
"E' una piazza che resterà sempre nel mio cuore e non posso che augurare loro il meglio. Ci sono tifosi da Serie A, che riempiono lo stadio in tutte le partite e hanno grande passione, Però la Serie B è questa, nel bene e nel male. Non conta quanto spendi, ma conta unificare un po' tutto. Tutti dalla stessa parte, fuori e dentro lo spogliatoio".
Ci torneresti?
"No, sinceramente no. Ho passato tanti anni molto belli alla Sampdoria, son stato lì tante volte e per tanto tempo. Ora lo considero un capitolo chiuso".
L'Italia è reduce dalla sconfitta per 4-1 contro la Norvegia e si giocherà per la terza volta il pass Mondiale ai play-off. Che spiegazione ti dai?
"Non lo so, guardi l'Italia e le altre nazionali e non ti capaciti. Abbiamo una squadra forte. Forse uno dei problemi da noi è che si giudica subito, se non vinci immediatamente cambiano le cose. Anche altrove c'è pressione, però probabilmente c'è più progettualità. Più pazienza. E quindi il giovane ha più margini per crescere con serenità. Abbiamo giovani forti, bisogna aspettarli e non crocifiggerli se sbagliano una partita. Abbiamo fallito la qualificazione agli ultimi due Mondiali, speriamo in estate di esserci".
Dal tuo osservatorio in Serie A si dà poco spazio agli italiani?
"Più che il mio osservatorio, sono i dati a dirlo. Tra i centravanti che giocano oggi in Nazionale milita in una squadra che lotta per lo Scudetto solo Pio Esposito. Spero questo trend possa essere invertito, perché poi ne risentiamo tutti. Avevo 12 anni quando ho visto l'Italia vincere la Coppa del Mondo, ero un ragazzino. Da allora ne sono successe tante e sono trascorsi un bel po' di anni".
Riguardando indietro come giudichi questi 12 anni di carriera?
"Forse avrei fatto scelte diverse, appena uscito dal settore giovanile della Roma probabilmente avrei dovuto privilegiare il progetto e non la categoria. Un giocatore deve giocare, un giovane deve giocare e mostrare le sue qualità. Magari avrei fatto un po' di gavetta in più in Serie B. Però poi è anche vero che ognuno ha quello che ha seminato. Sono uscito un po' più tardi, ma ormai ho una carriera lunga alle spalle che parla per me. Alla lunga ognuno ha quello che si merita".
Da dove ti piacerebbe ripartire?
"Non mi precludo nulla, sia in Italia che all'estero. Cerco nuove sfide stimolanti".
C'è un campionato estero che ti affascina particolarmente?
"Magari qualche anno fa avrei detto la Spagna e dato priorità a quello spagnolo. Ma adesso è diverso, sono aperto a tutto".













