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Fabrizio Biasin: "Incredibile, all'Inter si sta bene!"

Fabrizio Biasin: "Incredibile, all'Inter si sta bene!"TUTTO mercato WEB
domenica 5 giugno 2022, 07:30Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte LINTERISTA.IT

Parliamo di “uscite”, ché di entrate si discute fin troppo (e troppo spesso a sproposito). Ebbene, questo pezzo non intende fare una previsione sul futuro prossimo e anteriore: abbiamo mezza idea sul fatto che da qualche parte il grano dovranno anche racimolarlo, ma non abbiamo la minima idea su chi sia “il prescelto” per far cassa, né sappiamo se siano realmente arrivate offerte per Tizio o Caio.

Ribadiamo i presupposti (è sempre meglio raccontare la verità, anche quando ha quel vago retrogusto di sciroppo alla cicuta): alla fine del mercato, l’Inter, ovvero i suoi dirigenti, dovranno aver ridotto il monte ingaggi del 10-15% e contemporaneamente dovranno aver prodotto liquidità nell’ordine di 50-60 milioni di euro. Questi due difficilissimi obiettivi dovranno sposarsi con un terzo, ancora più difficile: l’Inter 22-23 dovrà essere più competitiva della precedente. 

Per realizzare tutto questo, concorderete, occorre una magia, ma per fortuna i maghi non mancano.

Ma, dicevamo, oggi si parla di uscite. Anzi no, di “resistenza alle uscite”. Nelle settimane del bla bla e “il sacrificato sarà Bastoni”, “no, Lautaro”, “no, Skriniar”, l’unica certezza è che tutti questi signori - chi ufficialmente, chi ufficiosamente - hanno manifestato la loro volontà di restare alla casa Madre. Lo ha fatto Lautaro subito dopo la mattanza di Italia-Argentina (mattanza per gli azzurri). Lo ha fatto Skriniar e francamente si sarà pure stufato di dover dichiarare ogni santa volta il suo amore nerazzurro, per controbattere alle quotidiane balle di mercato. Lo ha fatto in qualche modo anche Bastoni, deciso a resistere - fonti londinesi - a un’offerta succulenta degli Spurs di Antonio Conte (già).

In definitiva stiamo parlando di tutti quei ragazzi che hanno rinnovato il loro contratto nell’ultimo anno e mica li puoi costringere ad andarsene, se davvero non vogliono.

Poi ci sono gli Hakimi e i Lukaku: pentiti, pentitissimi. Il secondo, in particolare, pur di tornare ad Appiano sarebbe disposto a tagliarsi l’ingaggio del 50% e rigetta ogni altra sirena, compresa quella del solito Conte. Il belga deve convincere il Chelsea a lasciarlo partire in prestito e davvero non sarà impresa semplice, ma non è questo il punto.

Il punto è che (di seguito i tipici canovacci mediatici) il club “dalla proprietà poco presente”, quello che “non paga gli stipendi”, lo stesso club “il cui futuro è perennemente incerto”… è anche quello da cui nessuno vuole andar via (Perisic a parte, il croato ha preferito il grano). Niente da fare, non se ne vogliono andare, stanno bene in nerazzurro e, guarda un po’, se ne fottono se l’universo dei media continua a descrivere scenari apocalittici e “scappate finché siete in tempo!”. 

No, loro vogliono restare e dicono anche “basta catastrofismi” (cit.). Ecco, sì, anche certi tifosi perennemente brontoloni dovrebbero dare retta a Skriniar (e a quelli come lui) più che a certi sedicenti laureati ad Harvard che “ti spiego io il bilancio”, ma poi, drammaticamente, si arenano di fronte alla tabellina dell’8 (certamente tra le più ostiche).

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