Barcellona, errore dello staff medico con Raphinha? Lui: "È stata colpa mia, ho sbagliato"
Cinquantacinque giorni dopo, Raphinha è tornato a calcare un campo di calcio. Sì, perché l'esterno offensivo del Barcellona è rimasto fermo due mesi all'incirca per un infortunio alla coscia, saltando 10 partite stagionali tra tutte le competizioni e aspettando con pazienza di riassorbire il danno fisico e ritrovare la sua forma completa. A maggior ragione dopo una ricaduta e il relativo ritardo di rientro a disposizione tra le fila di Hansi Flick. Ma nel weekend, nella goleada inferta all'Athletic Bilbao, il tecnico dei blaugrana lo ha riportato in gioco per una decina di minuti.
Raphinha però vuole di più e alla vigilia del super match di Champions League contro il Chelsea - là dove sarebbe potuto finire se non avesse scelto il Barcellona - ha raccontato cos'abbia dovuto sopportare in questo periodo trascorso lontano dai suoi compagni di squadra e dal campo: "Sono stato fuori per due mesi e per un calciatore è complicato. Sono una persona che vuole stare in campo e mi è costato molto", ha esordito in conferenza stampa oggi. Insomma, non è stata una passeggiata, specialmente dopo la recidiva: "L’ho vissuta molto male, sono stati momenti complicati. Sono una persona che vuole essere d’aiuto, passare questi mesi senza giocare è stato difficile".
Ora però è tempo di tornare a fare magie in compagnia di Yamal, ma con i dovuti tempi: "Tornare dopo due mesi senza giocare è complicato e ho bisogno di ritmo partita. Spero di tornare al massimo il più rapidamente possibile", ha spiegato Raphinha. E sulla possibilità che abbia commesso degli errori di valutazione o di scelta nella gestione del suo infortunio, il brasiliano ha risposto: "Può essere", ha ammesso. "Ho avuto due ricadute: la prima è stata colpa mia e la seconda può essere anch’essa responsabilità mia. Mi assumo la responsabilità di entrambe le ricadute. Ho sbagliato un po’ ed è per questo che ci sono ricaduto".













