Caso Yamal, Laporta: "Facciamo ciò che riteniamo giusto nell’interesse del Barça"
Le tensioni tra la Federazione spagnola di calcio (RFEF) e il Barcellona si sono nuovamente accese intorno al caso Lamine Yamal. Dopo che la giovane stella blaugrana è stata rimandata in Catalogna, la Roja ha accusato il club di non aver informato lo staff medico della nazionale della sua visita da uno specialista per curare una pubalgia. Accuse confermate ieri dal commissario tecnico Luis de la Fuente in conferenza.
Questa mattina, è arrivata la replica del presidente blaugrana Joan Laporta, che ha cercato di smorzare la polemica ai microfoni di Catalunya Ràdio: "Abbiamo informato la federazione non appena ne siamo stati a conoscenza. Quando il medico che lo ha visitato ci ha comunicato che Lamine aveva bisogno di dieci giorni di riposo, abbiamo avvertito la nazionale. Rispettiamo tutte le parti, non vogliamo entrare in polemiche. Cerchiamo soltanto di curare i nostri giocatori secondo i ritmi che riteniamo più appropriati".
Laporta ha poi difeso la scelta del club, sottolineando la qualità delle cure ricevute: "Lunedì il medico, un’autorità nel suo campo, è arrivato, lo ha visitato e ha stabilito il trattamento da seguire. Tutto è andato bene. Vogliamo che Lamine sia al 100% per il Barça. Questo periodo di riposo coincide con gli impegni della nazionale, ma non penso che penalizzi la Spagna: la squadra è in un’ottima posizione". Il presidente catalano ha concluso ribadendo la linea societaria: "Facciamo ciò che riteniamo giusto nell’interesse del Barcellona". La pace tra il club e la RFEF, però, sembra ancora lontana.











