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L'allenatore italiano del Craiova: "Ho una vita sola e la voglio usare per viaggiare"

L'allenatore italiano del Craiova: "Ho una vita sola e la voglio usare per viaggiare"
giovedì 4 gennaio 2024, 17:42Calcio estero
di Dimitri Conti

Dal 16 ottobre 2023 la colonia degli italiani all'estero ha visto uno degli allenatori che più sta portando in giro per il mondo la sua bandiera trovare una nuova sistemazione, di grande prestigio, all'U Craiova 1948. È Giovanni Costantino, messinese di nascita ma giramondo per vocazione, ora su una delle panchine attualmente più importanti del calcio rumeno. L'abbiamo intervistato in esclusiva, ripercorrendone anche la storia: “Io non ho un passato da calciatore ma volevo fare questo lavoro a tempo pieno. L’estero è stata una necessità perché purtroppo in Italia per iniziare gli ex calciatori hanno qualche vantaggio in più”.

Il suo è un percorso particolare.
“Sono partito in Finlandia ed è stata durissima, tutto diverso: altra cultura e modo di vedere del calcio, paese troppo diverso dall’Italia sia in positivo che in negativo. Un salto nel buio, ma mi ha ripagato. Ho iniziato col settore giovanile, ci allenavamo il pomeriggio all’aperto e c’erano anche meno quindici gradi, non era così agevole. Però sono stato accolto bene, i ragazzi parlavano tutti inglese già da piccoli. Poi ho fatto anche il femminile in Finlandia, all’Aland United, ci siamo qualificati al playoff scudetto. Esperienza formativa, al Nord Europa vedono il calcio allo stesso modo, sia per gli uomini che per le donne".

Quindi l'Ungheria e anni a fare il vice dell'attuale ct Marco Rossi.
“La mia professionalità non è passata inosservata, da lì ho fatto un percorso con Rossi e sono diventato allenatore dell'MTK. Poi a livello personale mi serviva tornare in Italia, per esigenze familiari. Il direttore Montervino mi ha convinto a lavorare a Casarano ed è stata un’esperienza positiva, abbiamo perso solo due partite in 7 mesi in un girone molto difficile".

La successiva esperienza è arrivata a Cipro, con l'Agia Napa.
“In quell'estate avevo opportunità tra Polonia, Ucraina, Africa, ma ho voluto aspettare un contesto che potesse essere di prospettiva e la scelta di andare a Cipro è stata nell’ottica di potersi qualificare in una massima serie. È stata una piacevole esperienza in un paese meraviglioso, bellissimo: Cipro è come la Sicilia, mi hanno rispettato e mi sono sentito ben voluto. Poi però è arrivata la chiamata della Romania e ringrazio il club per avermi fatto prendere la chance".

Che realtà ha trovato al Craiova?
“Ho trovato una buona squadra che subiva troppi gol, ora con l’organizzazione si iniziano a vedere i frutti del lavoro. Sin dall’inizio c’è stato un buon feeling, la piazza mi supporta, mi sento ben voluto e questo è importante. Abbiamo eliminato l’FCSB in coppa, il campionato ci sta vedendo in ripresa. Il popolo rumeno stima ed è connesso con la cultura italiana: loro si sentono a casa qui da noi e viceversa. Siamo molto simili culturalmente, specialmente dove sono io ho questa percezione. Stare qui senza la famiglia non è semplice per tutti, ma dipende dal carattere. In Italia mi sento più in sofferenza, probabilmente ormai è l’abitudine. Trovo sempre nuovi stimoli, sono molto curioso e mi piace essere coinvolto in ambienti sconosciuti. Certo, amo il mio paese ma ho una vita sola e voglio sfruttarla per viaggiare e conoscere".

Per il presente e il futuro che obiettivi si è dato?
“Mi piacerebbe fare bene in un top campionato, spero di poter raggiungere questo obiettivo, ho tanto tempo a disposizione ma devo solo pensare a lavorare e dimostrare le mie qualità. I risultati arriveranno, non devo essere fissato. Non ho preclusioni nei confronti di nulla, figurarsi nei confronti del mio paese, l’Italia. Mi interessa solo il calcio, fare bene, divertirmi e poter lavorare in un certo modo. Questo si può vedere a ogni latitudine, anche se l'ambizione di palcoscenici alti rimane e in questo senso l’Italia è uno dei paesi migliori al mondo. Noi italiani ci stiamo facendo valere anche all’estero, siamo in tanti giovani a rappresentare una parte di scuola italiana più recente che ha fatto passi da gigante. Proviamo ad innalzare l’Italia anche fuori dai nostri confini”.

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