Retroscena Lewandowski, il biografo: "Ha spinto affinché il Barcellona esonerasse Xavi"
Robert Lewandowski non ha mai nascosto la sua ossessione per la vittoria. Ma secondo il giornalista polacco Sebastian Staszewski – autore di una biografia sul centravanti – questa mentalità estremamente competitiva avrebbe spesso influito sulle decisioni dei club in cui ha giocato. Un carattere dominante, capace di condizionare persino la posizione degli allenatori.
Intervistato da Tribuna, Staszewski ha descritto un Lewandowski spietato nella ricerca del successo: “Ha una regola semplice: chi lo aiuta a vincere è un amico, chi ostacola il suo cammino diventa un nemico. Se un allenatore si oppone alle sue convinzioni, è convinto di avere ragione lui”. Una determinazione che, secondo il giornalista, avrebbe persino contribuito all’addio di Carlo Ancelotti al Bayern Monaco, con cui i rapporti non furono mai realmente fluidi.
Uno scenario che, sempre secondo Staszewski, si sarebbe ripetuto anche al Barcellona. Lewandowski, deluso dal rendimento della squadra sotto Xavi, avrebbe spinto affinché il club cambiasse guida tecnica, pur sapendo che era stato proprio il tecnico catalano a chiedere il suo arrivo in blaugrana. “È arrivato Flick e, all’improvviso, Robert ha fatto una stagione fantastica. Quando si tratta di vincere, Lewandowski è spietato”, ha aggiunto il giornalista.
Un ritratto che non mancherà di far discutere: talento straordinario e leader carismatico, sì, ma anche figura ingombrante nei meccanismi interni dei suoi club. Un dualismo destinato a riaccendere il dibattito attorno a uno dei bomber più dominanti dell’ultimo decennio.













