Toninho Cerezo, cinque volte miglior centrocampista del Brasile. Scudetto con Roma e Samp

Toninho Cerezo è stato un'icona per chi ha seguito il calcio degli anni ottanta. Nato povero, in Brasile, ha due targhe d'onore nello stadio dell'Atletico Mineiro a Belo Horizonte. Nel 1983 Dino Viola lo tessera per la Roma fuori dai tempi stabiliti, ma a forza di avvocati e cavilli riesce ad avere la meglio. Rimarrà per quattro anni in giallorosso, vivendo anche da protagonista la finale contro il Liverpool, di Coppa dei Campioni, fino a una lite nell'estate del 1986 che fa terminare la sua esperienza.

Inizia a giocare a Lourdes, contro l'Atletico Mineiro, che poi lo prenderà grazie all'intercessione di un uomo di chiesa. Prima di esordire in bianconero però finisce in prestito al Nacional di Manaus, piena Amazzonia, incominciando con la vita da calciatore e disputando un ottimo torneo. Chi allena il Mineiro è Tele Santana, il mitico allenatore del Brasile 1982. Prima di riuscire a entrare stabilmente in prima squadra deve rubare il posto a Vanderlei, più pacato e meno mobile di Cerezo. L'Atletico, dopo avere salutato Santana, vince il campionato regionale, perde due finali nazionali in Brasile ma vince per due volte la Bola de Oro come miglior giocatore brasiliano, cinque volte come miglior centrocampista.

Nel 1986 passa alla Sampdoria, quella di Mantovani, ma anche di Vialli e di Mancini. Cerezo va via dopo la stagione dello Scudetto sfiorato e perso contro il Lecce, alla penultima giornata, quando i salentini sono già retrocessi. La sconfitta per 3-2 dà il la alla Juventus per il sorpasso, mentre Cerezo mette a referto solo 4 gol in 18 partite. Alla Samp vince per due volte consecutive la Coppa Italia, nel 1990 la Coppa delle Coppe, alzando il primo trofeo europeo a 35 anni. Nel 1991 vince anche lo Scudetto con Boskov, tingendosi i capelli di biondo. Oggi Cerezo compie 68 anni.