PSG condannato a pagare 61 milioni a Mbappe, la frecciata: "Pensiamo all'unità e al collettivo"
La sentenza del Tribunale del Lavoro di Parigi ha chiuso, almeno per ora, uno dei capitoli più spinosi della storia recente del Paris Saint-Germain. Il tribunale ha infatti condannato il club a versare circa 61 milioni di euro a Kylian Mbappé, dando pienamente ragione all’attaccante oggi al Real Madrid. Una decisione unanime dei quattro giudici; il PSG ha dichiarato di "prendere atto", riservandosi però la possibilità di presentare ricorso.
Nel comunicato ufficiale diffuso dopo il verdetto, il club parigino ha ribadito di aver "sempre agito in buona fede e con integrità", ma ha soprattutto lanciato un messaggio che non è passato inosservato. "Il club si rivolge ora al futuro, fondato sull’unità e sulla riuscita collettiva", una frase interpretata da molti come una frecciata indiretta a Mbappé, simbolo di un’era fortemente incentrata sull’individualità. Un riferimento che acquista ancora più peso alla luce della Champions League conquistata dal PSG nel 2025, la prima della sua storia, arrivata proprio dopo l’addio del fuoriclasse francese.
Dal punto di vista giuridico, il club ha perso su tutta la linea, inclusa la richiesta da 440 milioni di euro per presunti danni d’immagine e perdita di chance sul mercato. Oltre al pagamento immediato della somma stabilita - resa esecutiva dal tribunale - il PSG dovrà anche pubblicare integralmente la sentenza in prima pagina sul proprio sito ufficiale per un mese. Soddisfazione totale nel clan Mbappé. "È una vittoria attesa da tempo. Il calcio non è una zona di non-diritto", hanno dichiarato gli avvocati del giocatore, auspicando che il club versi spontaneamente quanto dovuto. Il contenzioso, nato dall’emarginazione del giocatore a inizio stagione 2023-2024, lascia ora strascichi evidenti: legali, economici e simbolici. E una separazione che continua a far rumore.











