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Signori graziato dopo dieci anni: "Un'ingiustizia. Ho rischiato di morire, ora voglio allenare"

Signori graziato dopo dieci anni: "Un'ingiustizia. Ho rischiato di morire, ora voglio allenare"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 2 giugno 2021, 08:03Rassegna stampa
di Alessandro Tedeschi

"Un'ingiustizia. Ho rischiato di morire, ora voglio allenare", titola stamane La Gazzetta dello Sport sulla grazia concessa a Beppe Signori. 53 anni, ex attaccante con 188 gol in Serie A: arrestato ed imputato nel calcioscommesse del 2011, radiato nello stesso anno e assolto nel 2021 perché "il fatto non sussiste", ieri è arrivata la grazia da parte di Gravina. "E' un giorno di grande felicità, ma anche di tristezza e sconforto perché mi riporta indietro di dieci anni. Ho rinunciato alla prescrizione, per me o era bianco o era nero. Sono l'unico uscito bianco da tutti i processi", si apre così l'intervista a Signori, che poi prosegue: "Un giorno che non dimentico è quello dell'arresto: una valanga improvvisa. Impronte e foto segnaletiche, 150 fogli letti in poche ore, giornalisti che chiamavano e feci la dichiarazione: "Abbiate pietà. Ma era solo per dire che non stavo capendo nulla".

Poi chiude: "Su 70mila intercettazioni non ce n'è una che mi riguardi. Se ero il boss, come facevo a truccare le gare? Due anni fa ho rischiato di morire, sputavo sangue. Sono andato al Sant'Orsola e durante i controlli il mio cuore non ha retto. Mi hanno salvato la vita. Troppo stress accumulato, e questi 10 anni nessuno me li darà indietro. Ci sono stati anche brutti pensieri ma ora vorrei allenare, rimettermi in gioco. Sono ancora ferito, ma sono un leone pronto a qualsiasi sfida".

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