Totti non più dirigente della Roma? Zazzaroni dice la sua: "Il patrimonio del capitano"
"Totti dirigente sarebbe un atto di giustizia, un’enorme curiosità soddisfatta e avrebbe una logica ben precisa". Comincia così il fondo di oggi sul Corriere dello Sport targato Ivan Zazzaroni, che prosegue: "Tuttavia dopo sette anni dirigente non lo è ancora. Trovo paradossale che chi fa del calcio ad alto livello la propria vita, ne affronta quotidianamente e per anni tutte le situazioni e combinazioni possibili, una volta conclusa la carriera possa solo reinventarsi allenatore o, se proprio gli va male, opinionista televisivo".
"Raramente però le chiavi del comando sono state consegnate a un grande ex (Zoff, Mazzola, Maldini): sono convinto che alla base della crisi del calcio italiano ci sia anche l’assenza di ex praticanti ai vertici dei club, quasi sempre occupati da gente senza alcuna esperienza specifica, per non parlare dell’improbabile passione". Non è così però all'estero: "Gli ex sono parte integrante dei management: Rummenigge, Hoeness, Ronaldo il Fenomeno, Beckham, Van der Sar, Scholes, Butt, Rui Costa, Deco e Ibrahimovic hanno avuto - o hanno - ruoli operativi, fornendo notevoli contributi alla crescita di società e squadra".
In chiusura: "Nel mio mondo ideale, che essendo ideale non sembra realizzabile, il calciatore gioca vent’anni, guadagna milioni (è un grosso merito), si ritira, diventa allenatore o dirigente e riporta sul campo le conoscenze accumulate, mentre il giornalista parla e scrive e guadagna in autorevolezza e credibilità confrontandosi ogni giorno tanto con dirigenti, ds e atleti quanto con i lettori o i telespettatori".