...con Danilo Pagni
La crisi del calcio italiano, la Nazionale. E i talenti scoperti e valorizzati negli anni che oggi regalano soddisfazioni in Serie A. Danilo Pagni, direttore sportivo e talent scout che annovera tra le sue esperienze Lazio, Salernitana, Chievo, Milan e molte altre, parla a TuttoMercatoWeb.com.
Pagni, come vede il calcio italiano? C'è una crisi?
"È inconfutabile la crisi perché le dinastie miliardarie guardano sempre allo sport e, di fatto, stanno ridisegnando il mercato globale. In particolare gli statunitensi. E non escludo che a breve si chiuderà per un grosso club da parte di un fondo americano. Il Real Madrid, per la prima volta, aprirà le porte agli investitori: è un segnale enorme. E se guardiamo l’Italia, la Juventus fa un aumento di capitale mentre il titolo scivola in Borsa; l’Atalanta invece chiude il bilancio 2025 in positivo, decimo utile consecutivo. Insomma: chi è sostenibile va avanti, gli altri inseguono".
Quindi non conta soltanto il compratore, ma come si governa...
"Esatto. L’investitore arriva dove vede struttura, progetto e sostenibilità. Il resto è finanza d’emergenza".
Gravina vuole riformare il calcio diminuendo le retrocessioni. Come la vede?
"Diminuire le retrocessioni in B e le rispettive promozioni, seguire le varie ed eventuali… potrebbero essere soluzioni, ma non ne sono certo. La vera parola è sostenibilità. Cento squadre professionistiche sono tante. Sono favorevole al semiprofessionismo, ma con grande acume: sostenere gli investitori e scremare all’osso".
Cosa intende?
"Intendo niente tagli a casaccio. Serve un modello che accompagni i club: infrastrutture minime, formazione, controlli seri. Se vuoi ridurre, devi prima creare le condizioni per stare in piedi".
La crisi è rispecchiata anche dalla Nazionale...
"Il calcio italiano nell’ultimo decennio ha cercato di emulare protocolli che non insistono nel nostro DNA. In parte abbiamo cercato di scimmiottare. I principi della tattica individuale difensiva, che erano lo stereotipo virtuoso del calciatore italiano, tre volte campione del mondo, sembrano un lontano ricordo. E poi tanti se la prendono con le scuole calcio: ma domanda, dove giocherebbero i ragazzi se non esistessero questi piccoli centri sportivi? Il problema è che si gioca poco anche come tempo effettivo. La società è mutata. Se vuoi cambiare il talento, devi capire prima il mondo in cui cresce".
Gattuso ha già inciso?
"Grande rispetto per il mio amico di infanzia. Lui ha azzeccato subito la scelta di abbinare Retegui e Kean. Ma se pensiamo che servano motivazioni per essere in Nazionale, allora penso che sia giusto non aver partecipato a due Mondiali e aver fatto una magra figura all’Europeo. Andremo al Mondiale e faremo bene se saranno concreti".
Talenti in vetrina: Pio Esposito. Lei lo conosce bene...
"Che dire… faceva merenda con i miei figli a Brescia. Ragazzo straordinario. Migliorerà: brava l’Inter e bravo l’agente. Famiglia da emulare".
Ha timbrato il cartellino Pobega, con il Bologna. Lei lo portò a Terni...
"A Terni in C qualche folle disse che feci una cortesia al Milan. Poi Pobega ha fatto vedere chi era. Lo scouting è anche questo: credere in un giocatore quando non lo vede nessuno, e sopportare il rumore intorno".
Chiudiamo con la A: il Napoli è tornato a vincere.
"Conte è una garanzia. Il Napoli esprime spettacolo e merita un tempio vero, quando De Laurentiis parla dell'impianto ha ragione. Comunque la vittoria e la doppietta di Neres fanno ben sperare".













