"Caso Negreira", Laporta si difende: "Campagna orchestrata per danneggiare il Barça"
Il presidente del Barcellona, Joan Laporta, ha testimoniato venerdì in tribunale riguardo il "Caso Negreira", lo scandalo che accusa il club catalano di aver presumibilmente versato tangenti all'ex vicepresidente della Commissione Arbitrale spagnola, José María Enríquez Negreira, e a suo figlio Javier durante il primo mandato presidenziale di Laporta.
Davanti alla corte, il numero uno blaugrana ha fornito la sua versione, confermando l'esistenza dei rapporti: "Il dipartimento sportivo riceveva queste analisi. Il figlio di Negreira preparava i rapporti. Era un meccanismo precedente alla nostra presidenza; lo abbiamo ereditato. Sono stato informato che esisteva questo servizio di consulenza tecnica arbitrale e abbiamo deciso di continuare a pagare perché ritenevamo tale servizio utile per il dipartimento sportivo".
Laporta ha cercato di ridimensionare l'aspetto economico della vicenda, contestualizzando le cifre emerse: "Qui si è detto che sono stati pagati 7,3 milioni di euro in 18 anni. Mettiamo le cose nel contesto. Non credo sia così costoso per questi servizi, che sono importanti e utili per il dipartimento sportivo."
Infine, il presidente ha respinto le accuse, sostenendo l'esistenza di un complotto mediatico e giuridico: "È chiaro che si tratta di una campagna orchestrata per cercare di danneggiare la reputazione del Barça. Non riusciranno a infangare quest'epoca del Barça, che è diventata un punto di riferimento globale per come vinceva e per come giocava", riporta oggi Sport.











