Sambenedettese senza certezze per il futuro. E se ci fosse la fusione con il Porto d'Ascoli?

Prosegue il momento delicato della Sambenedettese, sulle cui vicende societarie è calato il silenzio soprattutto dopo che è saltata la trattativa con la Quanton Commodities Ltd dell’imprenditore romano Valerio Antonini; non solo, il comune è ancora in attesa che la proprietà ottemperi al pagamento dell’affitto dello stadio "Riviera delle Palme", il sindaco Antonio Spazzafumo si sta muovendo con altri imprenditori ma Roberto Renzi non vuole intermediari.

La squadra, a ogni modo, sembra ora orientata a scendere in campo anche con il Roma City, ma dopo il contestato match della scorsa settimana con il Porto d'Ascoli, possibili novità potrebbero presentarsi proprio da li. Come infatti riporta il Corriere Adriatico, il presidente del club Vittorio Massi, sambenedettese doc, pare interessato ad aiutare il club rossoblù e già da giorni si rincorrono voci di una possibile fusione tra le due società, ventilata per altro dallo stesso Massi, che poco meno di una settimana fa parlò così al citato quotidiano: "Denominazione della società, ma in un modo o nell'altro ci sarà la dicitura Sambenedettese, e marchio saranno decisi dai tifosi. L'importante è che gli stessi tifosi abbiano pazienza e che ora il Porto d'Ascoli riesca a conquistare quei punti che servono per la matematica certezza della salvezza in Serie D". Va quindi da sè che, in caso di eventuale fusione, la nuova Samb ripartirà dalla categoria centrata dal Porto d'Ascoli.

Di oggi, invece, le parole di mister Davide Ciampelli: "Da parte nostra c’è l’orgoglio di rappresentare una società in cui io e i miei collaboratori lavoriamo da tre anni quando militava in Eccellenza e l’abbiamo portata a essere oggi quinta in Serie D dopo una salvezza tranquilla e vogliamo tutti in maniera feroce completare il nostro lavoro e portarlo a termine. Sappiamo qual è il nostro obiettivo, poi preferiamo non entrare in merito in cose che non ci riguardano e che non ci devono riguardare, perché sono discorsi nei quali noi non dobbiamo entrare. Noi dobbiamo lavorare bene durante la settimana e attenerci alle situazioni del campo, già di per sé difficili da gestire, e poi giocare queste otto partite che rimangono sapendo quale società rappresentiamo".